Intervento di artrodesi metatarso-falangea I^ (MF1)

Definizione di Artrodesi

L’intervento di artrodesi consiste nel bloccaggio chirurgico di una o più articolazioni; nel caso specifico l’articolazione tra metatarso e falange dell’alluce. A seguito dell’intervento viene pertanto perso il movimento di flesso-estensione dell’alluce che peraltro in molti casi risulta già molto compromesso prima dell’intervento; va rilevato comunque che altre articolazioni (cuneometatarsea e interfalangea) permettono una certa quota di flesso estensione.

Motivazione dell'Intervento

L’intervento si rende necessario in caso di importanti alterazioni strutturali dell’articolazione secondarie a patologie degenerative primitive o secondarie o infiammatorie che comportano dolore, limitazione del movimento articolare o lussazione, sublussazione o incongruenza articolare. Le situazioni in cui più frequentemente si ricorre all’artrodesi della MF1 sono le seguenti:

  • Alluce rigido in fase avanzata
  • Artropatia reumatoide o altre artropatie infiammatorie con erosioni ed usura articolare
  • Grave alluce valgo con importante incongruenza articolare ed artropatia
  • Alluce varo non riducibile
  • Esiti chirurgici con alterazione dei capi articolari (es. esiti di artroplastica tipo Keller)
  • Situazioni di grave compromissione articolare non recuperabili con chirurgia di conservazione articolare

Possibilità di Procedure Alternative

In un primo tempo il trattamento può essere conservativo (farmaci antiinfiammatori, fisioterapia, infiltrazioni, plantari, …).
Si prende in considerazione l’intervento quando questi trattamenti non modificano i disturbi del Paziente. Dal punto di vista chirurgico, alternative all’artrodesi sono l’applicazione di una protesi o spaziatore articolare o l’esecuzione di una artroplastica; i risultati di questi trattamenti risultano comunque statisticamente inferiori e con un maggior tasso di complicanze.

Tecnica Chirurgica

L’intervento viene eseguito tramite un accesso dorsale o mediale di circa 4 cm. Consiste nella asportazione delle residue cartilagini articolari e nella fissazione dell’articolazione in posizione funzionale con fili di Kirschner, viti, placche o altri dispositivi di osteosintesi; in alcune situazioni, specie in caso di perdita di sostanza ossea, è necessario inserire innesti ossei di regola prelevati dalla tibia prossimale o dal bacino.

Anestesia

La scelta della tecnica anestesiologica più idonea è compito del Collega anestesista.
In generale vengono preferenziate anestesie tronculari (es. blocco popliteo o blocco alla caviglia) che assicurano una completa analgesia durante l’intervento ed una ottima copertura del dolore post-operatorio.
In alcuni casi viene associata una sedazione farmacologica.

Post-Operatorio

Normalmente dopo l’intervento viene confezionato un bendaggio mantenuto per 6 settimane. La consolidazione dell’artrodesi avviene in media in un periodo di circa 6 settimane. Salvo casi particolari il Paziente può iniziare ad appoggiare il piede con l’aiuto di stampelle e indossando una apposita calzatura nei primi giorni dopo l’intervento.
È importante alternare periodi di deambulazione con periodi di riposo con arto sollevato. Le stampelle vengono mantenute fino a quando il Paziente non acquisisce sufficiente sicurezza. Allo scadere delle 6 settimane, previo controllo clinico e radiografico, viene concessa la deambulazione con calzatura normale, ovviamente comoda e non costrittiva.
Le normali attività quotidiane vengono generalmente riprese entro tre mesi.

Complicanze

Ciascun gesto chirurgico, anche banale, non è mai privo di rischi; anche se vengono messe in atto di abitudine tutte le precauzioni possibili per minimizzare il rischio chirurgico, questo non potrà mai essere azzerato.
Occorre pertanto nella decisione chirurgica, anche da parte del Paziente, valutare le possibili conseguenze negative dell’intervento a fronte dei miglioramenti attesi (“bilancio rischi-benefici”).

In sintesi le principali complicanze possono essere così riassunte:

Complicanze Generiche
  • Infezioni circa 2% dei casi; come prevenzione viene effettuata una profilassi antibiotica preoperatoria
  • Tromboflebiti circa 5% dei casi; al fine di ridurre il rischio viene effettuata una profilassi con eparina a basso peso molecolare o altri farmaci
  • Ritardo di guarigione delle ferite chirurgiche
  • Edema residuo; normalmente presente nei primi sei mesi e talvolta protratto successivamente
  • Algodistrofia o m. di Sudek
  • Complicanze relative all’anestesia
  • Complicanze di ordine generale
Complicanze Specifiche
  • Mancata fusione dell’artrodesi circa 5-20% dei casi, specie in soggetti fumatori, diabetici, ecc.
  • Persistenza di dolore locale nel post-operatorio
  • Intrappolamento o sezione di tronchi nervosi
  • Malallineamento cioè deviazione all’interno o all’esterno dell’alluce
  • Rigidità a carico delle articolazioni adiacenti
  • Metatarsalgia
  • Rottura dei mezzi di sintesi
  • Processi degenerativi nelle articolazioni vicine
  • Fratture patologiche
  • Necrosi ossee